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RITROVAMENTO DEL CORPO DI SAN MARCO

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Olio su tela dipinto tra il 1562 e il 1566 da Jacopo Robusti, in arte “Tintoretto”, fa parte di una serie di grandi teleri realizzati per la Scuola Grande di San Marco. Continuazione delle narrazioni agiografiche della vita del Santo, insieme a “TRAFUGAMENTO DEL CORPO DI SAN MARCO” e “SAN MARCO SALVA UN SARACENO”, oggi è l’unica tra queste opere a far parte della Pinacoteca di Brera a Milano.

Nel 1811, la Pinacoteca di Brera visse un anno cruciale, vedendo la sua collezione aumentare di ben 468 unità provenienti da tutta la penisola. Tra le opere aggiunte, il 30 luglio giunse da Venezia anche il “RITROVAMENTO DEL CORPO DI SAN MARCO”, esaminata e selezionata da Andrea Appiani e reclamata da Giuseppe Appiani e Ignazio Fumagalli. Nonostante venisse ritenuta una tra le opere più pregevoli, non venne esposta per quasi settant’anni, probabilmente a causa delle grandi dimensioni, oltre che per la moda del tempo più vicina ad altre opere dello stesso autore. Concessa alla Chiesa di San Marco a Milano per essere esposta, rientrò in sede per essere esposta nella Pinacoteca solo nel 1866.

Il dipinto ritrae due scene differenti legate al Santo, ambientando il tutto all’interno della chiesa in cui sono conservate le sue esequie, nel momento in cui dei mercanti sono alla ricerca di queste con l’intento di invocare miracoli. San Marco appare quindi trasfigurato sia come corpo redivivo che come cadavere, mentre stende il braccio e rivolge lo sguardo verso destra; al di sotto, si dispongono diversi personaggi, tra cui lo stesso Tommaso Rangone, committente dell’opera, raffigurati in un momento di preghiera e devozione.

L’impressionante realismo con cui le figure sono disposte all’interno della rappresentazione, oltre che attraverso l’utilizzo di colori caldi che li distingue dallo sfondo scuro e dal pallore della reliquia, conferisce forte drammaticità all’opera. Questa tensione viene intensificata anche attraverso l’utilizzo di tre differenti fonti di illuminazione: una luce esterna definisce le figure in primo piano, mentre una torcia rischiara l’interno di una tomba e una candela illumina un cadavere mentre viene posto ai piedi del Santo.

L’utilizzo di linee prospettiche, accentuate attraverso la disposizione delle arcate che sorreggono la copertura, convergono verso la mano di San Marco, che diviene così non solo il mezzo di intercessione dei miracoli, ma anche il punto focale della composizione.

Tintoretto, Jacopo Robusti

 

Media

Olio su tela

Dimensioni

396 x 400cm 

Anno

1562 - 1566

Ubicazione

Pinacoteca di Brera

IN ORDINE

  • L'opera

  • San Marco come: apparizione [SINISTRA]  cadavere [DESTRA]

  • Tommaso Rangoni, committente dell'opera

  • Le tre fonti di luce:                Esterna [I PIANO]              Candela [II SECONDO PIANO]  Torcia [SFONDO]

  • La mano di San Marco che diviene centro della scena

© 2024 Luca Migliorati

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